INTERVISTA DELL'EDITORE ALL'AUTRICE DI ABISSI NOTTURNI
Come è nata l'idea di scrivere Abissi Notturni? Qual è stata l'ispirazione per una trama così fantasiosa?
L’idea di scrivere Abissi notturni è nata un giorno di piena estate dopo una lunga notte di sonno tormentato.
La scintilla che ha originato la trama si è accesa per via di un sogno ricorrente che mi vedeva in un contesto già conosciuto come se abitassi sempre una stessa vita, diversa dalla mia, ogni volta che mi addormentavo. Questa sensazione ha fatto correre la fantasia.
Qual è il messaggio della storia?
Il messaggio della storia è semplice. Godere al meglio della vita che abbiamo anche se non siamo stati noi a chiederla così come è. Essere devoti a se stessi e alla propria esistenza su questa Terra.
Einar, il protagonista, sogna. Lei sogna molto? È per questo che ha trovato lo stratagemma onirico per ricondurci alle vite parallele del protagonista?
Sì, sogno molto e intensamente. Sono affascinata dal legame tra il sonno e la veglia, dalla connessione intima tra questi due stati che l’uomo sperimenta ogni notte e ogni giorno della sua vita.
Il personaggio di Einar è solo frutto della sua fantasia o racchiude in qualche modo una figura reale, almeno per quanto riguarda il suo stato d'animo?
Einar è un personaggio di fantasia che incarna la mia sensazione di essere sola e di non avere un posto nel mondo.
Com'è nata la figura di Vladimir?
Vladimir nasce come alter ego di Einar. Rispecchia il lato estremo, oscuro della vita del protagonista.
A quale personaggio è più affezionata? Perché?
Sono più affezionata a Vladimir perché la sua esperienza della malattia fisica in giovane età mi commuove. Vladimir fa parte della schiera invisibile delle persone malate che non hanno la possibilità, loro malgrado, di vivere appieno la vita. Amo la grande immaginazione di Vladimir che tenta di riscattare la sua condizione fantasticando su di essa e mi colpisce il suo modo ingenuo di essere un serial killer.
Il suo romanzo ha una trama particolare, ben articolata e avvincente, frutto di studio.
Viene spontaneo domandarle: da quanto scrive? Quando ha iniziato a scrivere? Quali sono stati i motivi che l'hanno spinta a cimentarsi nell'arte della narrativa?
Ho iniziato a scrivere da quando ho memoria, avevo dieci anni. Ho iniziato scrivendo poesie.
Il fascino della narrativa poi è stato irresistibile. La possibilità di creare dei personaggi e, grazie alle storie, vivere le loro vite, è l’evasione e il piacere più intenso che conosca.
Che ruolo ha l'amore in Abissi notturni?
L’amore nel mio romanzo occupa una posizione di rilievo.
In mezzo alla solitudine di Einar e alla disperazione di Vladimir, l’amore è l’unico valore positivo.
Infatti sarà l’amore per Suri a dare un senso alla vita del protagonista. Sarà il suo riscatto e la sua salvezza.
La luce vivida in mezzo alle tenebre.
Quali opere letterarie o autori hanno influenzato la sua scrittura?
Sono sempre stata una lettrice molto curiosa e onnivora. Ogni lettura mi ha influenzata in un modo o nell’altro. Amo in particolare le opere di Philip K. Dick.
Quando preferisce scrivere, ha un luogo particolare, un metodo che segue ogni volta?
No, nessun metodo fisso. Prediligo scrivere ascoltando musica, fa sgorgare le mie emozioni e mi aiuta nella concentrazione. Scrivo sempre da sola, nella mia camera.
Ha dei progetti in lavorazione?
Sì, la scrittura è un bisogno primario per me. Sto lavorando a un nuovo romanzo.
Come è nata l'idea di scrivere Abissi Notturni? Qual è stata l'ispirazione per una trama così fantasiosa?
L’idea di scrivere Abissi notturni è nata un giorno di piena estate dopo una lunga notte di sonno tormentato.
La scintilla che ha originato la trama si è accesa per via di un sogno ricorrente che mi vedeva in un contesto già conosciuto come se abitassi sempre una stessa vita, diversa dalla mia, ogni volta che mi addormentavo. Questa sensazione ha fatto correre la fantasia.
Qual è il messaggio della storia?
Il messaggio della storia è semplice. Godere al meglio della vita che abbiamo anche se non siamo stati noi a chiederla così come è. Essere devoti a se stessi e alla propria esistenza su questa Terra.
Einar, il protagonista, sogna. Lei sogna molto? È per questo che ha trovato lo stratagemma onirico per ricondurci alle vite parallele del protagonista?
Sì, sogno molto e intensamente. Sono affascinata dal legame tra il sonno e la veglia, dalla connessione intima tra questi due stati che l’uomo sperimenta ogni notte e ogni giorno della sua vita.
Il personaggio di Einar è solo frutto della sua fantasia o racchiude in qualche modo una figura reale, almeno per quanto riguarda il suo stato d'animo?
Einar è un personaggio di fantasia che incarna la mia sensazione di essere sola e di non avere un posto nel mondo.
Com'è nata la figura di Vladimir?
Vladimir nasce come alter ego di Einar. Rispecchia il lato estremo, oscuro della vita del protagonista.
A quale personaggio è più affezionata? Perché?
Sono più affezionata a Vladimir perché la sua esperienza della malattia fisica in giovane età mi commuove. Vladimir fa parte della schiera invisibile delle persone malate che non hanno la possibilità, loro malgrado, di vivere appieno la vita. Amo la grande immaginazione di Vladimir che tenta di riscattare la sua condizione fantasticando su di essa e mi colpisce il suo modo ingenuo di essere un serial killer.
Il suo romanzo ha una trama particolare, ben articolata e avvincente, frutto di studio.
Viene spontaneo domandarle: da quanto scrive? Quando ha iniziato a scrivere? Quali sono stati i motivi che l'hanno spinta a cimentarsi nell'arte della narrativa?
Ho iniziato a scrivere da quando ho memoria, avevo dieci anni. Ho iniziato scrivendo poesie.
Il fascino della narrativa poi è stato irresistibile. La possibilità di creare dei personaggi e, grazie alle storie, vivere le loro vite, è l’evasione e il piacere più intenso che conosca.
Che ruolo ha l'amore in Abissi notturni?
L’amore nel mio romanzo occupa una posizione di rilievo.
In mezzo alla solitudine di Einar e alla disperazione di Vladimir, l’amore è l’unico valore positivo.
Infatti sarà l’amore per Suri a dare un senso alla vita del protagonista. Sarà il suo riscatto e la sua salvezza.
La luce vivida in mezzo alle tenebre.
Quali opere letterarie o autori hanno influenzato la sua scrittura?
Sono sempre stata una lettrice molto curiosa e onnivora. Ogni lettura mi ha influenzata in un modo o nell’altro. Amo in particolare le opere di Philip K. Dick.
Quando preferisce scrivere, ha un luogo particolare, un metodo che segue ogni volta?
No, nessun metodo fisso. Prediligo scrivere ascoltando musica, fa sgorgare le mie emozioni e mi aiuta nella concentrazione. Scrivo sempre da sola, nella mia camera.
Ha dei progetti in lavorazione?
Sì, la scrittura è un bisogno primario per me. Sto lavorando a un nuovo romanzo.