INTERVISTA DELL'EDITORE ALL'AUTRICE DI FAI RUMORE
Ciao Anna,
eccoci al tuo nuovo romanzo FAI RUMORE che nasce da Sospetti sul lago. Ci vuoi parlare di questo nuovo lavoro, di come e perché hai voluto riprendere in mano il tuo primo romanzo e continuarlo?
Se ho ripreso in mano “Sospetti sul lago” è tutta colpa o merito di Rossella, la protagonista! In questi anni ha continuato a borbottare nella mia testa, chiedendomi di continuare la sua storia, dandole nuovi risvolti. E così ho seguito la sua vocina. Ho fatto indossare al romanzo un nuovo vestito, pur mantenendo il suo stile iniziale! La narrazione, in alcune parti, soprattutto all’inizio, non si discosta molto dall’originale, che non ho voluto stravolgere, poi man mano che ci si addentra nella storia, le modifiche sono più consistenti. Sono state inserite nuove scene e compaiono nuovi personaggi. Inoltre ho vivacizzato le conversazioni fra Rossella e la sua amica, rendendole più dinamiche e moderne, anche con riferimenti ai profili social che molti di noi hanno.
Quando la notizia della nuova uscita si è diffusa, ho scoperto che molti lettori aspettavano un sequel di Sospetti, quindi alla fine ho fatto bene a riprendere la matassa e a srotolarla! E penso che il finale che ho scelto possa rendere giustizia a Rossella e soddisfare le aspettative del pubblico.
Nel tuo libro la tematica della violenza sulle donne è molto forte, sia perpetrata a livello fisico che compiuta sul piano psicologico, ti va di parlarne?
Sì, il tema della violenza sulle donne è ancora molto presente e centrale nel romanzo. Rossella, incinta, è vittima di uno stupro commesso da uno sconosciuto, un rapinatore che si è introdotto in casa sua, nel cuore della notte, e che oltre a rubare oggetti di valore, abusa di lei, con conseguenze devastanti nel corpo e nello spirito. Fisicamente, per colpa della violenza, Rossella deve affrontare un parto molto prematuro; psicologicamente, si sente svuotata e annientata, inseguita da incubi notturni e sospetti su chiunque le si avvicini. Dovrà farsi aiutare da un collega psicologo per superare il trauma e da tutte le persone che le vogliono bene. Per fortuna non è sola, mentre molte donne vittime di mariti o ex compagni violenti lo sono, e non trovano il coraggio di denunciare i maltrattamenti. Subiscono in silenzio per anni, a volte con tragici epiloghi…
In questa seconda versione, ho calcato la mano sul personaggio del marito, Alberto, rendendolo più contradditorio. Alberto è capace di momenti di passione e tenerezza, di regali che stupiscono, ma sa anche essere tagliente e inopportuno con le parole, traditore e irrispettoso verso i tempi di sua moglie dopo la violenza sessuale che ha subito.
Il lago di Avigliana e la Sacra di San Michele sono sempre presenti, come un punto di riferimento.
Quanta importanza ha, a livello narrativo e personale, un determinato ambiente piuttosto che un altro e in che misura influenza la tua scrittura?
Il paesaggio non ho voluto cambiarlo passando da “Sospetti” a “Fai rumore”. Il lago ha sempre il suo fascino e Rossella, come me, è legata a questo luogo. Ama fare lunghe passeggiate in riva al lago, con i suoi cani, le piace contemplare la natura e vederla mutare in base alle stagioni, con colori e profumi ogni volta diversi, e quando si deve trasferire a Milano, la capitale della moda e del commercio, sa già che quel paesaggio le mancherà terribilmente.
Gli ambienti sono importanti. In diversi libri e racconti che ho scritto ho scelto luoghi a me cari e particolarmente significativi. Penso che la prossima storia la ambienterò in Spagna, all’ombra degli aranci in una piazza di Siviglia!
La nuova parte del romanzo ci immerge nel primo lockdown che abbiamo vissuto nel 2020 a causa del COVID-19. Tu come lo hai vissuto e cosa hai tratto di positivo nelle tue abitudini o nel tuo pensiero da questa esperienza?
Il primo lockdown è stato devastante a livello psicologico perché nessuno di noi era preparato. Per me ha comportato un drastico cambiamento nel modo di lavorare ed è stato complicatissimo gestire gli impegni professionali con quelli familiari restando a casa per interi mesi. Insegno spagnolo in una scuola superiore e d’improvviso, in pochissimo tempo, ho dovuto imparare un sacco di cose su piattaforme e strumenti digitali per raggiungere i miei allievi. La scuola è fatta di relazione e presenza, innanzitutto. All’inizio è stato davvero faticoso, però mi sono subito messa in gioco e dopo quasi un anno sono diventata un’esperta di didattica a distanza! L’aspetto negativo è che passo un’infinità di ore seduta davanti al pc e lo stress in generale è aumentato. La comunicazione, lo scambio di informazioni coi colleghi avviene quasi totalmente per via telematica: email, whatsapp, video-riunioni. Insomma, non è il massimo, ma in questa fase pandemica è l’unico modo per garantire una buona qualità nell’insegnamento, affinché i nostri ragazzi traggano comunque dei benefici, nonostante le innumerevoli difficoltà di connessione ecc. Posso dire di non averli mai mollati, di aver sempre fatto sentire la mia presenza, quando a marzo e aprile eravamo tutti smarriti e confusi. Ieri come oggi. Li ho trattati un po’ come dei figli, coccolandoli, motivandoli e rimproverandoli a seconda dei momenti!
“Fai rumore”: ci vuoi spiegare il titolo? A cosa si riferisce?
Nella testa di Rossella ci sono parecchie cose che fanno rumore, chiasso: i brutti ricordi della notte più terrificante della sua vita, le incomprensioni con il marito, la perdita di un figlio, i sospetti che crescono verso un uomo di cui si innamora, l’amore a cui rinuncia, i problemi irrisolti, le questioni lasciate in sospeso. Rossella ha bisogno di ordine e silenzio. Solo così ritroverà se stessa.
Grazie mille e buona lettura a tutti!
Ciao Anna,
eccoci al tuo nuovo romanzo FAI RUMORE che nasce da Sospetti sul lago. Ci vuoi parlare di questo nuovo lavoro, di come e perché hai voluto riprendere in mano il tuo primo romanzo e continuarlo?
Se ho ripreso in mano “Sospetti sul lago” è tutta colpa o merito di Rossella, la protagonista! In questi anni ha continuato a borbottare nella mia testa, chiedendomi di continuare la sua storia, dandole nuovi risvolti. E così ho seguito la sua vocina. Ho fatto indossare al romanzo un nuovo vestito, pur mantenendo il suo stile iniziale! La narrazione, in alcune parti, soprattutto all’inizio, non si discosta molto dall’originale, che non ho voluto stravolgere, poi man mano che ci si addentra nella storia, le modifiche sono più consistenti. Sono state inserite nuove scene e compaiono nuovi personaggi. Inoltre ho vivacizzato le conversazioni fra Rossella e la sua amica, rendendole più dinamiche e moderne, anche con riferimenti ai profili social che molti di noi hanno.
Quando la notizia della nuova uscita si è diffusa, ho scoperto che molti lettori aspettavano un sequel di Sospetti, quindi alla fine ho fatto bene a riprendere la matassa e a srotolarla! E penso che il finale che ho scelto possa rendere giustizia a Rossella e soddisfare le aspettative del pubblico.
Nel tuo libro la tematica della violenza sulle donne è molto forte, sia perpetrata a livello fisico che compiuta sul piano psicologico, ti va di parlarne?
Sì, il tema della violenza sulle donne è ancora molto presente e centrale nel romanzo. Rossella, incinta, è vittima di uno stupro commesso da uno sconosciuto, un rapinatore che si è introdotto in casa sua, nel cuore della notte, e che oltre a rubare oggetti di valore, abusa di lei, con conseguenze devastanti nel corpo e nello spirito. Fisicamente, per colpa della violenza, Rossella deve affrontare un parto molto prematuro; psicologicamente, si sente svuotata e annientata, inseguita da incubi notturni e sospetti su chiunque le si avvicini. Dovrà farsi aiutare da un collega psicologo per superare il trauma e da tutte le persone che le vogliono bene. Per fortuna non è sola, mentre molte donne vittime di mariti o ex compagni violenti lo sono, e non trovano il coraggio di denunciare i maltrattamenti. Subiscono in silenzio per anni, a volte con tragici epiloghi…
In questa seconda versione, ho calcato la mano sul personaggio del marito, Alberto, rendendolo più contradditorio. Alberto è capace di momenti di passione e tenerezza, di regali che stupiscono, ma sa anche essere tagliente e inopportuno con le parole, traditore e irrispettoso verso i tempi di sua moglie dopo la violenza sessuale che ha subito.
Il lago di Avigliana e la Sacra di San Michele sono sempre presenti, come un punto di riferimento.
Quanta importanza ha, a livello narrativo e personale, un determinato ambiente piuttosto che un altro e in che misura influenza la tua scrittura?
Il paesaggio non ho voluto cambiarlo passando da “Sospetti” a “Fai rumore”. Il lago ha sempre il suo fascino e Rossella, come me, è legata a questo luogo. Ama fare lunghe passeggiate in riva al lago, con i suoi cani, le piace contemplare la natura e vederla mutare in base alle stagioni, con colori e profumi ogni volta diversi, e quando si deve trasferire a Milano, la capitale della moda e del commercio, sa già che quel paesaggio le mancherà terribilmente.
Gli ambienti sono importanti. In diversi libri e racconti che ho scritto ho scelto luoghi a me cari e particolarmente significativi. Penso che la prossima storia la ambienterò in Spagna, all’ombra degli aranci in una piazza di Siviglia!
La nuova parte del romanzo ci immerge nel primo lockdown che abbiamo vissuto nel 2020 a causa del COVID-19. Tu come lo hai vissuto e cosa hai tratto di positivo nelle tue abitudini o nel tuo pensiero da questa esperienza?
Il primo lockdown è stato devastante a livello psicologico perché nessuno di noi era preparato. Per me ha comportato un drastico cambiamento nel modo di lavorare ed è stato complicatissimo gestire gli impegni professionali con quelli familiari restando a casa per interi mesi. Insegno spagnolo in una scuola superiore e d’improvviso, in pochissimo tempo, ho dovuto imparare un sacco di cose su piattaforme e strumenti digitali per raggiungere i miei allievi. La scuola è fatta di relazione e presenza, innanzitutto. All’inizio è stato davvero faticoso, però mi sono subito messa in gioco e dopo quasi un anno sono diventata un’esperta di didattica a distanza! L’aspetto negativo è che passo un’infinità di ore seduta davanti al pc e lo stress in generale è aumentato. La comunicazione, lo scambio di informazioni coi colleghi avviene quasi totalmente per via telematica: email, whatsapp, video-riunioni. Insomma, non è il massimo, ma in questa fase pandemica è l’unico modo per garantire una buona qualità nell’insegnamento, affinché i nostri ragazzi traggano comunque dei benefici, nonostante le innumerevoli difficoltà di connessione ecc. Posso dire di non averli mai mollati, di aver sempre fatto sentire la mia presenza, quando a marzo e aprile eravamo tutti smarriti e confusi. Ieri come oggi. Li ho trattati un po’ come dei figli, coccolandoli, motivandoli e rimproverandoli a seconda dei momenti!
“Fai rumore”: ci vuoi spiegare il titolo? A cosa si riferisce?
Nella testa di Rossella ci sono parecchie cose che fanno rumore, chiasso: i brutti ricordi della notte più terrificante della sua vita, le incomprensioni con il marito, la perdita di un figlio, i sospetti che crescono verso un uomo di cui si innamora, l’amore a cui rinuncia, i problemi irrisolti, le questioni lasciate in sospeso. Rossella ha bisogno di ordine e silenzio. Solo così ritroverà se stessa.
Grazie mille e buona lettura a tutti!