
INTERVISTA DELL'EDITORE ALL'AUTRICE DI Stavros, Daniela Mazzoni
Ciao Daniela, com’è nata l’idea di Stavros?
Ero in Grecia con mio marito. Quell’estate abbiamo conosciuto un uomo, proprietario di una taverna sul mare, e proprio lui mi ha ispirato Stavros. Non so se sia come il protagonista del mio libro e neppure ho mai saputo il suo nome.
Sappiamo che lo hai scritto nel 2014, com’è stato riprenderlo in mano?
L’ho cominciato nel 2014, durante quella vacanza, e riletto dopo quasi due anni. Diverse frasi le ho rielaborate perché mi sono detta: “Davvero le ho scritte io?”. Mi ha sorpreso scoprire come sia cambiato il mio modo di scrivere, o forse ad essere diverso è il mio modo di vedere le cose.
Lo spunto da dove è arrivato?
Dalla voglia di raccontare di una terra che amo molto.
Hai mai conosciuto un uomo come Stavros o è esclusivamente frutto della tua fantasia?
Stavros è la sintesi erotica e seducente di uomini che ho conosciuto. Non c’è mai solo fantasia.
Hai mai vissuto sulla tua pelle o conosci qualcuno che abbia vissuto un dilemma come quello che vive Flora?
Flora incarna la sfumatura più sottile e complicata, e anche goffa, di tutte le donne. Me compresa.
Le ambientazioni del romanzo sono Milano e un’isola greca, è stata una scelta casuale?
Casuale no. Servivano due luoghi antitetici, tra quelli che mi appartengono, che somigliassero ed esprimessero ognuno l’essenza dei due protagonisti.
Adesso ci addentriamo più nella tua vita da scrittrice.
Quando preferisci scrivere? Hai un rito o un momento particolare dedicato alla scrittura?
Scrivo mentre pulisco casa, mentre cucino, mentre mi asciugo i capelli… scrivo quando arriva quello che stavo cercando. Non esistono un orario, un tempo, una stanza.
Il foglio bianco ti mette soggezione o è stimolante?
Soggezione no, però può succedere che non arrivino le parole che vorrei.
Quali sono i tuoi autori preferiti?
Agatha Christie, Sophie Kinsella, Alice Basso, recentemente ho scoperto Elena Ferrante… tutte donne, ma è un caso! Da ragazzina adoravo William Shakespeare e Gabriel García Márquez, credo siano gli autori di cui ho letto più libri. Poi c’è un libro che porto nel cuore: "Il richiamo della foresta" di Jack London, il primissimo che ho letto da sola da bambina. Mi ricorda un’estate felice a casa dei nonni.
Il tuo lavoro quanto influenza la tua scrittura o le tue idee?
Quando scrivo, vivo nella mia storia. A niente e nessuno è permesso entrare.
Hai altri progetti in lavorazione?
Sempre! Ci sono più incipit nel mio pc che margherite nei prati! Ora c’è un romanzo a cui sto lavorando e che non mollo da un po’. Non è erotico, non è rosa, non è giallo, non è noir! Mi concedo anche una pausa dalla letteratura per bambini, magari breve, mica è detto! Perché una cosa l’ho capita: non sono io a scegliere, ma le mie storie a chiamare. E io mi arrendo!
Grazie mille Daniela!
Ciao Daniela, com’è nata l’idea di Stavros?
Ero in Grecia con mio marito. Quell’estate abbiamo conosciuto un uomo, proprietario di una taverna sul mare, e proprio lui mi ha ispirato Stavros. Non so se sia come il protagonista del mio libro e neppure ho mai saputo il suo nome.
Sappiamo che lo hai scritto nel 2014, com’è stato riprenderlo in mano?
L’ho cominciato nel 2014, durante quella vacanza, e riletto dopo quasi due anni. Diverse frasi le ho rielaborate perché mi sono detta: “Davvero le ho scritte io?”. Mi ha sorpreso scoprire come sia cambiato il mio modo di scrivere, o forse ad essere diverso è il mio modo di vedere le cose.
Lo spunto da dove è arrivato?
Dalla voglia di raccontare di una terra che amo molto.
Hai mai conosciuto un uomo come Stavros o è esclusivamente frutto della tua fantasia?
Stavros è la sintesi erotica e seducente di uomini che ho conosciuto. Non c’è mai solo fantasia.
Hai mai vissuto sulla tua pelle o conosci qualcuno che abbia vissuto un dilemma come quello che vive Flora?
Flora incarna la sfumatura più sottile e complicata, e anche goffa, di tutte le donne. Me compresa.
Le ambientazioni del romanzo sono Milano e un’isola greca, è stata una scelta casuale?
Casuale no. Servivano due luoghi antitetici, tra quelli che mi appartengono, che somigliassero ed esprimessero ognuno l’essenza dei due protagonisti.
Adesso ci addentriamo più nella tua vita da scrittrice.
Quando preferisci scrivere? Hai un rito o un momento particolare dedicato alla scrittura?
Scrivo mentre pulisco casa, mentre cucino, mentre mi asciugo i capelli… scrivo quando arriva quello che stavo cercando. Non esistono un orario, un tempo, una stanza.
Il foglio bianco ti mette soggezione o è stimolante?
Soggezione no, però può succedere che non arrivino le parole che vorrei.
Quali sono i tuoi autori preferiti?
Agatha Christie, Sophie Kinsella, Alice Basso, recentemente ho scoperto Elena Ferrante… tutte donne, ma è un caso! Da ragazzina adoravo William Shakespeare e Gabriel García Márquez, credo siano gli autori di cui ho letto più libri. Poi c’è un libro che porto nel cuore: "Il richiamo della foresta" di Jack London, il primissimo che ho letto da sola da bambina. Mi ricorda un’estate felice a casa dei nonni.
Il tuo lavoro quanto influenza la tua scrittura o le tue idee?
Quando scrivo, vivo nella mia storia. A niente e nessuno è permesso entrare.
Hai altri progetti in lavorazione?
Sempre! Ci sono più incipit nel mio pc che margherite nei prati! Ora c’è un romanzo a cui sto lavorando e che non mollo da un po’. Non è erotico, non è rosa, non è giallo, non è noir! Mi concedo anche una pausa dalla letteratura per bambini, magari breve, mica è detto! Perché una cosa l’ho capita: non sono io a scegliere, ma le mie storie a chiamare. E io mi arrendo!
Grazie mille Daniela!