INTERVISTA DELL'EDITORE ALL'AUTRICE DI DOVE SEI
Buongiorno Lucia. Partiamo subito con la classica domanda: come è nata l'idea di scrivere Dove sei?
Come il mio precedente romanzo Nello scrigno dorato anche questo nasce da una esigenza intima che si può riassumere nel piacere per la scrittura. Io adoro leggere e quindi mettendo insieme Flaubert e Morante, per non parlare di altri autori come la Mazzantini nel suo romanzo Non ti muovere dove è il padre che confessa alla figlia morente il suo amore proibito, è nata in me l’idea di far vivere alla protagonista di questo romanzo una vita reale fatta di lavoro dentro e fuori casa, dell’amore per i figli e la famiglia in generale, una donna in cui riconoscersi e, contemporaneamente, proiettarla nel mondo buio e pericoloso dell’amore proibito che è per la protagonista la ricerca di un assoluto che non troverà se non tra le braccia di coloro che l’hanno veramente amata e da lei veramente amati.
Si tratta di una mamma, innanzi tutto, che parla della sua vita al figlio scendendo anche in problematiche molto intime che un genitore rivela al figlio solo in età adulta e molte volte nemmeno in quel caso. L'esperienza di mamma l'ha aiutata nella stesura di questo testo? Ha influenzato il suo modo di scriverla?
Sicuramente l’essere madre mi ha aiutata molto nel definire la protagonista e voce narrante Mariam, se non altro per quell’onestà che si deve soprattutto a chi si ama, ma non mi ha influenzata perché a farlo sono stati gli autori che prima ho citato.
Un autore non può prescindere completamente dalla sua esperienza scrivendo una storia perché, a volte, si innamora di un personaggio, non necessariamente il protagonista o la protagonista, e lo lavora in modo da farlo aderire più che può al suo carattere e appunto alla sua esperienza.
Mariam è una donna che cerca se stessa condizionata da un certo tipo di educazione.
Quanto secondo lei è importante insegnare ai figli la via migliore per amare, il significato profondo della parola?
E a questo punto cos'è l'amore? È possibile descriverlo o spiegarlo?
Educare i propri figli ad amare è compito molto arduo, anzi il più difficile e io a questa domanda non ho una risposta. L’unica cosa che posso dire è sicuramente di dare l’esempio, cioè amarli in modo assoluto e incondizionato, fargli sentire che tu ci sei in ogni momento anche in quelli difficili, soprattutto in quelli difficili. I figli capiscono se sono veramente amati e appunto per questo il compito del genitore è molto complesso e delicato. Se i figli vivono nell’amore e nel rispetto sapranno dare amore e rispetto senza bisogno di troppe parole, questo è quello che penso io e che pensa Mariam la quale è prima di tutto una madre, ma è anche una donna. La protagonista ha vissuta una giovinezza con le contraddizioni di una società che negli anni ‘70 era stata messa in discussione in modo serio e adesso negli anni ‘80, anni in cui è ambientato il romanzo, si vanno completando quelle trasformazioni soprattutto dell’universo femminile che ancora grida “io sono mia” e va alla ricerca di quello che è il suo posto in una società completamente diversa da quella in cui era vissuta la protagonista da ragazza e le cui radici cominciano a inaridirsi.
In questo quadro si muove Mariam la quale in modo inconsapevole si trova proiettata, anzi catapultata, in qualcosa di diverso dal suo sentire più profondo, dalle sue radici, dalle convenzioni. La famiglia viene “uccisa” per rinascere però come fenice nel cuore di Mariam più forte e più consapevole di prima in modo direi prepotente, anzi feroce.
Il romanzo è molto introspettivo. Mariam sente dentro di sé molte donne. Ognuno di noi ha dentro di sé e nel proprio carattere molte sfaccettature. Quanto difficile è, secondo lei, riuscire a riconoscersi ogni volta nelle scelte che compiamo, soprattutto dopo un certo lasso di tempo?
Il tempo è un grande scultore, così diceva la Yourcenar, col tempo si riesce a dire e a fare ciò che, nel momento che accade il destino, non si riesce a compiere e ad essere sinceri soprattutto con se stessi. Anche se si evince dal romanzo vorrei dire ancora qualcosa su Mariam: per conoscerla a fondo bisogna conoscere prima di tutto il suo cuore che è forte e fragile nello stesso tempo, capace di amare fino alla follia, ma anche capace, col tempo appunto, di rinunciare e far tacere quel cuore per amore dei figli, di Leo e dei suoi allievi. Mariam è come abbiamo detto anche una donna. Per tutta la sua prima giovinezza aveva saputo far trionfare la madre e l’insegnante prima che il colpo di fulmine facesse emergere la Mariam donna, quella che fino a quel momento aveva sempre fatto tacere, anzi di cui non aveva nessuna consapevolezza. Mariam esce dal guscio e si ritrova nuda di fronte a una realtà che la travolge suo malgrado. Una realtà che Mariam non saprà dominare, anche se alla fine non si perderà perché i suoi fari, la meta ultima del suo viaggio sgangherato saranno i figli e la scuola, oltre naturalmente a Leo, il marito. Mariam vive una dualità esasperante, combattuta tra l’amore per la famiglia e la ricerca dell’amore assoluto che naturalmente non troverà, anzi sarà in balia di uomini che soltanto in apparenza l’ameranno e le diranno di capire il suo cuore, ma che in realtà la feriranno, la faranno sanguinare fin quasi a morirne. In Mariam però non ci sarà posto per l’odio nonostante tutto, nonostante le ferite, cadrà e si rialzerà a volte in modo goffo, ma mai in nessun caso sarà superficiale. Ha paura di impazzire e di venire spazzata via da un vento impetuoso, ma Mariam seppur ferita saprà trovare la soluzione a tanto dolore, soluzione che non vi svelo naturalmente.
Nel romanzo la natura occupa un posto importante, quale rapporto ha con la protagonista, anzi con i personaggi?
Amo profondamente la natura, al punto che penso abbia un’anima e una sua sensibilità proprio come gli uomini. Vi è mai capitato di piangere mentre fuori piove o vi sentite il cuore arido quando gli alberi sono privi di foglie e ancora sentirvi protetti quando questi sono carichi di verde? Ecco per Mariam la natura è espressione del suo animo, in questo e solo in questo mi assomiglia. Be' forse per qualcosa in più perché, come tutti gli scrittori, i personaggi che escono dalla loro matita un po’ gli assomigliano proprio perché gli appartengono. Natura e stato d’animo ecco il binomio privilegiato che esce dal romanzo.
Dal romanzo si evince che la scrittura e i libri sono terapeutici. Fino a che punto pensa possano aiutare le persone ad affrontare i propri problemi?
La lettura e la scrittura aiutano a vivere perché la letteratura educa ai sentimenti. Lettura e scrittura sono inscindibili perché non si può scrivere se non si è dei lettori accaniti. Io nella lettura prima e nella scrittura dopo ho trovato veramente la panacea a tutti i miei mali veri o presunti. Certo la letteratura non risolve i problemi ma aiuta sicuramente ad affrontarli, come dicevo prima ci educa.
Quali sono gli autori che predilige leggere e quali quelli che in qualche modo influenzano la sua scrittura?
Sono moltissimi gli autori che prediligo, ho già fatto il nome di quelli che forse amo di più e mi hanno dato spunto per questa storia. Sicuramente amo moltissimo la scrittura al femminile perché le donne hanno, secondo me, quella sensibilità che le fa penetrare nelle maglie più nascoste dell’animo umano. Fare dei nomi? Morante è quella in assoluto che amo di più, Maraini, Mazzantini per fare due nomi d’oggi, amo anche la poesia e quindi Maraini ma anche e forse soprattutto Montale, Ungaretti e non mi dilungo di più.
Ora le domande che rivolgiamo a tutti i nostri scrittori:
Quando preferisce scrivere, ha un luogo particolare, un metodo che segue ogni volta?
Mi piace scrivere a mano con una matita e una agenda fuori anno, in questo sono all’antica, poi però trascrivo tutto sul computer facendo la prima correzione. Scrivo preferibilmente la sera, qualche volta anche di notte accendendo una piccola luce vicino al mio letto, il giorno mi serve per pensare. Ogni scrittore penso abbia i suoi angoli preferiti che per scaramanzia o per pudore non rivela.
Ha dei progetti in lavorazione?
Sto lavorando ad un saggio sulle figure femminili nei romanzi del neorealismo. Spero di portarlo a termine.