INTERVISTA DELL'EDITORE ALLE AUTRICI DI SAPORE DI ROSA
TIZIANA BATTISTI E BARBARA CORDONI
Come è nato il romanzo?
Un pomeriggio in ufficio eravamo in un momento di rilassata conversazione con un nostro superiore che terminò il racconto delle sue avventure con la frase "vivo in un mondo di frutta candita". Ci siamo guardate e quasi all'unisono abbiamo detto: "Potrebbe essere il titolo di un libro, la cui protagonista non può che chiamarsi Rosa - chissà poi perché - e ama cucinare. Da quel giorno è stato tutto un susseguirsi di idee, fino a quella finale che con il mondo di frutta candita non ha però più niente a che vedere.
Qual è il messaggio della storia?
Magari qualcuno potrà rimproverarci di avere una visione un po' troppo romantica della vita, di credere troppo in un mondo che profuma di buono, che si fonda su buoni propositi e messaggi positivi. Con il nostro libro vorremmo dire che bisogna credere e amare profondamente quello che si fa affinché un desiderio possa avverarsi.
In fondo è un po’ anche quello che è successo a noi con il nostro romanzo: abbiamo creduto fortemente in questa storia e alla fine siamo riuscite a realizzare il nostro sogno di pubblicarlo.
Come è nata l’idea di scrivere un libro in due?
Dal giorno della conversazione con il nostro capo, abbiamo iniziato insieme e non potevamo più lasciarci per la strada, avevamo bisogno ognuna delle idee dell'altra, colpa anche di una sorta di ispirazione intermittente che colpiva prima l'una e poi l'altra. Ci siamo scoperte affiatate strada facendo: condividevamo dapprima soltanto il lavoro; iniziando a scrivere abbiamo scoperto di avere tantissimi interessi in comune.
Come avete affrontato il lavoro?
Ogni volta che un personaggio bussava, noi aprivamo la porta. Sentiamo tutti i personaggi molto vicini a noi. Aspettavamo che fossero loro a parlarci, a raccontarci la loro storia. E' stato un po' difficile a volte rispettare la verità dei fatti storici che non ci sentivamo di piegare alle nostre esigenze.
Quanto alla scelta di ambientare ad Asciano la storia di Rosa e Dante, è scaturita anch'essa dalla combinazione di felici intuizioni e curiose coincidenze. Eravamo alla ricerca della location più adatta agli avvenimenti che volevamo narrare, quando ci ha colpito una fotografia in bianco e nero che ritraeva la popolazione di Asciano radunata in piazza per ascoltare il Duce che annunciava l’entrata in guerra dell’Italia. Abbiamo iniziato a fare ricerche e ci siamo rese conto che in quel paesino incastonato nel cuore delle Crete Senesi si respirava l’atmosfera giusta per la storia che ci accingevamo a raccontare. Quando - a stesura ultimata – ci siamo recate ad Asciano, ci è sembrato di vedere i nostri protagonisti aggirarsi per le viuzze del paese.
La Chiesa di Sant’Agostino, il Ponte del Garbo, via Conte Guido: abbiamo voluto visitare di persona i luoghi che hanno fatto da scenografia a questa storia per tanti versi tormentata, ma che arriva al suo lieto fine al profumo di rosa e cannella.
Alcuni dei personaggi che trovano posto nel romanzo, poi, sono realmente esistiti: a partire da Edda Ciano, la figlia del Duce che Rosa incontra sulla Po e che è stata veramente protagonista dei fatti avvenuti a Valona. Anche Maria Federici, l’altra crocerossina che muore durante l’affondamento della Po, è un personaggio realmente esistito, così come Cinasse il ciabattino, protagonista dei racconti di Dante. A proposito di Maria Federici e delle singolari coincidenze che hanno accompagnato la stesura del romanzo, abbiamo appreso dopo aver fatto ricerche un po’ più approfondite che la mamma di questa eroica crocerossina si chiamava Rosa, proprio come la protagonista della nostra storia.
Il giorno che abbiamo ultimato il manoscritto, mentre passeggiavamo percorrendo i vialetti che si trovano intorno ai nostri uffici, abbiamo notato un cespuglio di rosa canina che non avevamo mai visto prima di allora: lo abbiamo interpretato come un segno del destino!
Cosa vi ha spinto a scrivere? Quali sono le motivazioni?
Tiziana: Per quanto mi riguarda ho sempre amato scrivere.
Ricordo alle elementari il mio quaderno di italiano su cui scrivevo con delle penne profumate: mi piaceva sfogliarlo e rileggere temi e riassunti dei mesi passati, e mi compiacevo! Da grande ho iniziato a scrivere decine di cose mai terminate: ecco aver scritto in due è stata forse anche una sfida a non mollare, altrimenti che figura ci facevi agli occhi dell'altra?
Barbara: anche io ho sempre avuto la passione per la scrittura.
Sin da bambina mi divertivo ad inventare storie e il mio chiodo fisso è stato sempre quello di scrivere un romanzo. Grazie all'intesa profonda che si è instaurata con Tiziana, sono riuscita a portare a termine il mio progetto. Adesso che la nostra opera è ultimata, mi rendo conto che scrivere è una continua sfida con te stesso: ti spinge a prendere coscienza dei tuoi limiti costringendoti ad essere umile e a rimetterti sempre in discussione. E’ comunque un’esperienza che ti gratifica enormemente.
A quale personaggio siete più vicine?
Tiziana: io mi sento molto zia Rosa, sono brontolona, all'antica quando serve, esageratamente moderna quando necessario, cucino e mangio per ogni occasione, cerco di vivere le mie passioni ma soprattutto cerco di inculcare questo precetto.
Barbara: Io confermo che Tiziana è molto simile a zia Rosa,
mentre io mi ritrovo molto in Alba, nel suo essere una donna indipendente.
Da quanto scrivete? (anche se è il primo romanzo magari avete altre opere incompiute nel cassetto)
Tiziana: è il primo romanzo che arriva fino in fondo.
Ho diversi progetti mai realizzati, soprattutto uno di cui mi ero innamorata follemente che aveva per protagonista un antico baule con il corredo di una giovane donna del 700, ritrovato presso un antiquario di Roma e che ci fa viaggiare avanti e indietro nel tempo, fino a Malta ai tempi dei Cavalieri e ci fa conoscere Caravaggio.
Barbara: anche per me è la prima vera fatica letteraria,
a parte qualche racconto breve che però non ho mai pubblicato.
Quali sono i vostri riferimenti letterari?
Tiziana: il naturalismo francese e il verismo italiano.
Barbara: adoro la Fallaci, la Allende e Simenon.
Avete intenzione di scrivere ancora?
Abbiamo iniziato un giallo dove i protagonisti con le loro turbe psichiche ci danno già del filo da torcere.
Nulla a che vedere con il panorama rilassato delle colline senesi!
In realtà ci sono diversi progetti in cantiere, tra cui anche quello di scrivere un sequel di Sapore di Rosa,
ma sarà un romanzo tinto di giallo di cui però non vogliamo anticipare altro.
TIZIANA BATTISTI E BARBARA CORDONI
Come è nato il romanzo?
Un pomeriggio in ufficio eravamo in un momento di rilassata conversazione con un nostro superiore che terminò il racconto delle sue avventure con la frase "vivo in un mondo di frutta candita". Ci siamo guardate e quasi all'unisono abbiamo detto: "Potrebbe essere il titolo di un libro, la cui protagonista non può che chiamarsi Rosa - chissà poi perché - e ama cucinare. Da quel giorno è stato tutto un susseguirsi di idee, fino a quella finale che con il mondo di frutta candita non ha però più niente a che vedere.
Qual è il messaggio della storia?
Magari qualcuno potrà rimproverarci di avere una visione un po' troppo romantica della vita, di credere troppo in un mondo che profuma di buono, che si fonda su buoni propositi e messaggi positivi. Con il nostro libro vorremmo dire che bisogna credere e amare profondamente quello che si fa affinché un desiderio possa avverarsi.
In fondo è un po’ anche quello che è successo a noi con il nostro romanzo: abbiamo creduto fortemente in questa storia e alla fine siamo riuscite a realizzare il nostro sogno di pubblicarlo.
Come è nata l’idea di scrivere un libro in due?
Dal giorno della conversazione con il nostro capo, abbiamo iniziato insieme e non potevamo più lasciarci per la strada, avevamo bisogno ognuna delle idee dell'altra, colpa anche di una sorta di ispirazione intermittente che colpiva prima l'una e poi l'altra. Ci siamo scoperte affiatate strada facendo: condividevamo dapprima soltanto il lavoro; iniziando a scrivere abbiamo scoperto di avere tantissimi interessi in comune.
Come avete affrontato il lavoro?
Ogni volta che un personaggio bussava, noi aprivamo la porta. Sentiamo tutti i personaggi molto vicini a noi. Aspettavamo che fossero loro a parlarci, a raccontarci la loro storia. E' stato un po' difficile a volte rispettare la verità dei fatti storici che non ci sentivamo di piegare alle nostre esigenze.
Quanto alla scelta di ambientare ad Asciano la storia di Rosa e Dante, è scaturita anch'essa dalla combinazione di felici intuizioni e curiose coincidenze. Eravamo alla ricerca della location più adatta agli avvenimenti che volevamo narrare, quando ci ha colpito una fotografia in bianco e nero che ritraeva la popolazione di Asciano radunata in piazza per ascoltare il Duce che annunciava l’entrata in guerra dell’Italia. Abbiamo iniziato a fare ricerche e ci siamo rese conto che in quel paesino incastonato nel cuore delle Crete Senesi si respirava l’atmosfera giusta per la storia che ci accingevamo a raccontare. Quando - a stesura ultimata – ci siamo recate ad Asciano, ci è sembrato di vedere i nostri protagonisti aggirarsi per le viuzze del paese.
La Chiesa di Sant’Agostino, il Ponte del Garbo, via Conte Guido: abbiamo voluto visitare di persona i luoghi che hanno fatto da scenografia a questa storia per tanti versi tormentata, ma che arriva al suo lieto fine al profumo di rosa e cannella.
Alcuni dei personaggi che trovano posto nel romanzo, poi, sono realmente esistiti: a partire da Edda Ciano, la figlia del Duce che Rosa incontra sulla Po e che è stata veramente protagonista dei fatti avvenuti a Valona. Anche Maria Federici, l’altra crocerossina che muore durante l’affondamento della Po, è un personaggio realmente esistito, così come Cinasse il ciabattino, protagonista dei racconti di Dante. A proposito di Maria Federici e delle singolari coincidenze che hanno accompagnato la stesura del romanzo, abbiamo appreso dopo aver fatto ricerche un po’ più approfondite che la mamma di questa eroica crocerossina si chiamava Rosa, proprio come la protagonista della nostra storia.
Il giorno che abbiamo ultimato il manoscritto, mentre passeggiavamo percorrendo i vialetti che si trovano intorno ai nostri uffici, abbiamo notato un cespuglio di rosa canina che non avevamo mai visto prima di allora: lo abbiamo interpretato come un segno del destino!
Cosa vi ha spinto a scrivere? Quali sono le motivazioni?
Tiziana: Per quanto mi riguarda ho sempre amato scrivere.
Ricordo alle elementari il mio quaderno di italiano su cui scrivevo con delle penne profumate: mi piaceva sfogliarlo e rileggere temi e riassunti dei mesi passati, e mi compiacevo! Da grande ho iniziato a scrivere decine di cose mai terminate: ecco aver scritto in due è stata forse anche una sfida a non mollare, altrimenti che figura ci facevi agli occhi dell'altra?
Barbara: anche io ho sempre avuto la passione per la scrittura.
Sin da bambina mi divertivo ad inventare storie e il mio chiodo fisso è stato sempre quello di scrivere un romanzo. Grazie all'intesa profonda che si è instaurata con Tiziana, sono riuscita a portare a termine il mio progetto. Adesso che la nostra opera è ultimata, mi rendo conto che scrivere è una continua sfida con te stesso: ti spinge a prendere coscienza dei tuoi limiti costringendoti ad essere umile e a rimetterti sempre in discussione. E’ comunque un’esperienza che ti gratifica enormemente.
A quale personaggio siete più vicine?
Tiziana: io mi sento molto zia Rosa, sono brontolona, all'antica quando serve, esageratamente moderna quando necessario, cucino e mangio per ogni occasione, cerco di vivere le mie passioni ma soprattutto cerco di inculcare questo precetto.
Barbara: Io confermo che Tiziana è molto simile a zia Rosa,
mentre io mi ritrovo molto in Alba, nel suo essere una donna indipendente.
Da quanto scrivete? (anche se è il primo romanzo magari avete altre opere incompiute nel cassetto)
Tiziana: è il primo romanzo che arriva fino in fondo.
Ho diversi progetti mai realizzati, soprattutto uno di cui mi ero innamorata follemente che aveva per protagonista un antico baule con il corredo di una giovane donna del 700, ritrovato presso un antiquario di Roma e che ci fa viaggiare avanti e indietro nel tempo, fino a Malta ai tempi dei Cavalieri e ci fa conoscere Caravaggio.
Barbara: anche per me è la prima vera fatica letteraria,
a parte qualche racconto breve che però non ho mai pubblicato.
Quali sono i vostri riferimenti letterari?
Tiziana: il naturalismo francese e il verismo italiano.
Barbara: adoro la Fallaci, la Allende e Simenon.
Avete intenzione di scrivere ancora?
Abbiamo iniziato un giallo dove i protagonisti con le loro turbe psichiche ci danno già del filo da torcere.
Nulla a che vedere con il panorama rilassato delle colline senesi!
In realtà ci sono diversi progetti in cantiere, tra cui anche quello di scrivere un sequel di Sapore di Rosa,
ma sarà un romanzo tinto di giallo di cui però non vogliamo anticipare altro.